Stamattina mi sono alzato prospettandomi una giornata tranquilla tra documenti, qualche articolo da scrivere e commissioni leggere. Tutto sommato una buona giornata. Ecco, purtroppo lo sguardo mi è caduto su una foto pubblicata in una pagina Facebook fatta da un utente in un centro commerciale:
Dopo un po’ di ricerca mi sono anche imbattuto in un video di presentazione di questo prodotto.
Che dire? Sulla dieta e sull’acqua alcalina, penso che basti leggersi questa spiegazione da parte di Medbunker [1] ma quello su cui vorrei soffermarmi è altro.
L’anno scorso ci siamo indignati (giustamente) di fronte ai servizi de “Le Iene” riguardo il “metodo Stamina”, “la terapia alcalina” e la dieta che può “curare” i tumori non solo perché è stata fatta un’informazione superficiale ed errata in alcuni casi, su tematiche sensibili quali tumori o altre malattie o perchè non si è voluto approfondire su chi ci stava dietro, su chi ci poteva guadagnare attraverso quel sistematico attacco verso la Scienza; ma anche perché si sapeva che, prima o poi, qualcuno avrebbe fatto questa “furbata”.
Qualcuno infatti ha pensato bene di sfruttare quei servizi per poter vendere un prodotto, giocando sul fatto che molti non abbiano (o non vogliano avere) gli strumenti per discernere quello che è supportato dai fatti e dalle prove da quello che semplicemente è fuffa.
E il fatto di avere il logo de “Le Iene” non potrà fare altro che avvicinare anche chi, in precedenza, avrebbe bollato questo prodotto come inutile o solo una spesa in più; basta semplicemente appiccicare il logo di questo programma, noto e stimato da molti per le sue inchieste e per smascherare truffatori vari, per rendere credibile qualsiasi prodotto si voglia vendere. E questo dovrebbe far riflettere i responsabili di questa trasmissione che, volendo combattere la truffa in generale, ne hanno generata altra a sua volta; questo avviene se vengono proposti materiale e servizi senza approfondire troppo le tematiche o trattando gli argomenti come se fossero tutti allo stesso livello.
Eh si, perchè la Scienza non è democratica. Io, se affermo di aver scoperto una terapia rivoluzionaria contro il cancro a base di puzzette di micio, non posso solo andare in giro a pubblicizzarla, screditando chi non la pensa come me o cercando di farmi un giro di pazienti che affermano di essere guariti dopo l’inalazione del peto del proprio felino domestico. Devo dimostrare che queste mie parole hanno una base scientifica, al di fuori delle mie opinioni, e affrontare il giudizio duro della comunità scientifica!
Invece non vedo alcuna differenza tra la pubblicità di questo prodotto e quello che facevano i venditori ambulanti nel Far West nel XIX° secolo. Non farò pubblicità al video per non essere complice di tutto questo ma vi riporterò quello che dicevano i venditori del famoso “olio di serpente”, limitandomi solo a dirvi ciò che si proponeva di curare:
“La lozione di olio di serpente allevia istantaneamente e cura mal di testa, nevralgie, mal di denti, mal d’orecchie, mal di schiena, gonfiori, slogature, infiammazioni al torace, gonfiore alla gola, contratture ai tendini e muscoli, rigidità articolari, torsioni, dislocazioni, tagli e contusioni” ; “ se sei afflitto da sordità, prendi il nostro olio puro di serpente a sonagli appositamente preparato”.
Chiunque abbia un po’ di pazienza può cercare su Youtube il video originale e fare il confronto con questa lista e la lista di malattie che il “prodotto” si propone di risolvere.
Io non ho trovato alcuna differenza, seppure i mezzi di comunicazione siano decisamente cambiati dai tempi della Conquista del West.Per non parlare della moda agli inizio del XX° secolo che attribuiva proprietà miracolose alla radioattività, oltre che a curare, ringiovanire e proteggere la pelle; motivo per cui sono state prodotte creme contenenti radio, un elemento diventato famoso dopo gli studi dei coniugi Curie. Potete leggere tutto questo in questo articolo che allego [2].Sugli effetti della radioattività non penso ci sia da disquisire oltre.Le Iene si sono spesso svincolate dalle loro responsabilità, parlando di libertà di cronaca, di informazione libera e cercando di giustificarsi, come nel caso Stamina dove si scusarono nel caso avessero illuso qualcuno con i loro servizi sul metodo.
Ma non voglio concentrarmi solo su un programma televisivo perché, a mio modesto parere, il problema riguarda anche altre testate note e seguite da molti utenti; un altro esempio possono essere infatti alcuni blog del Fatto Quotidiano che attaccano la pratica vaccinale, riesumando teorie o studi screditati a livello internazionale (vedi il caso Wakefield) o sostenendo pratiche senza alcun fondamento scientifico. Basti pensare all’articolo del dott. Gava sul Fatto che proponeva l’omeopatia come terapia per l’autismo, fatto descritto bene sempre da Medbunker [3]. E su questa “teoria” hanno fatto fortuna molte persone, proponendo metodiche che di scientifico hanno poco, illudendo genitori e semplificando qualcosa che semplice non è sempre, come nel caso dell’autismo.
Una domanda mi sorge alla fine di tutto questo: questi programmi di inchiesta o giornali, quando fanno questi servizi, si chiedono quali possano essere le conseguenze? O pensano che le scuse possano dare un colpo di spugna ad una situazione che hanno contribuito ad avviare?
O ancora, e concludo: pensano alle illusioni, alle sofferenze e ai drammi che possono contribuire a creare?
E forse è proprio il fatto di porsi queste domande che distingue un programma di inchiesta/giornale serio da uno che punta in primis all’audience.
[1] http://medbunker.blogspot.it/2012/06/dieta-alcalina-alla-base-della-bufala.html
[2] http://cosmeticsandskin.com/aba/glowing-complexion.php
[3] http://medbunker.blogspot.de/2013/04/lantivaccinismo-concreto-guarire.html